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Gaja

La storia di questa dinastia nasce nel 1859 quando il trisnonno Giovanni fondò la storica cantina a Barbaresco, da allora Gaja è rimasto sinonimo di qualità. Fu Angelo, seconda generazione della famiglia, a puntare su una produzione di qualità già ai primi del '900.


Produrre vino in modo unico e irripetibile. È questa la missione dei fratelli Filippo e Ettore Finetto fondatori di Garbole. Una filosofia indipendente è quella che sta dietro questa azienda vitivinicola che ha iniziato la sua avventura nel 1994 e continua oggi, con quella tensione e passione del primo giorno, a voler continuare a migliorarsi sempre per riuscire ad ottenere vini rossi pregiati.

Fu il primo a capire che l'export era la carta vincente per il vino italiano: proponendo il suo prodotto sul mercato americano cominciò la grande scalata della sua cantina. Oggi questa realtà conta cento ettari vitati in Piemonte e più di duecento in Toscana, affiancando così la produzione piemontese con i più rinomati vini toscani, Brunello di Montalcino in testa. L'enologo Guido Rivella è l'anima di tutti i vini della famiglia Gaja. Quando, a metà degli anni Sessanta, entra nel giro della gran ristorazione, ha già a disposizione un’eccellente gamma di vini. Poi nascono i cru: il primo, San Lorenzo è del 1967. Nel 1970 nasce Sorì Tildin e nel 1978 è la volta di Costa Russi. Oggi il brand significa 92 ettari di proprietà condotti nel pieno rispetto della natura, per una produzione di circa 350.000 bottiglie annue.

barbaresco gaja

I riconoscimenti dei vini Gaja

Bottiglie preziose, che rispecchiano perfettamente la personalità di Angelo, o meglio il suo modo di intendere il vino. Lui per primo ha osato innovare questo vino con tecniche che vanno dall’abbattimento vertiginoso della produzione per ettaro (per una maggior qualità), al controllo della temperatura di fermentazione, all’uso di lunghi tappi e all’affinamento in barrique. Molte sono le riviste che hanno parlato di lui come un vero mito del mondo del vino, considerando anche che il suo Barbaresco 1985 è stato definito da Wine Spectator “il miglior vino mai prodotto in Italia”, nel 1998 gli inglesi di Decanter lo hanno eletto “man of the Year” e che, infine, nel 2011 ancora gli americani di Wine Spectator lo hanno onorato addirittura con la loro copertina. È stato anche premiato da Prize for Lifetime Achievement, la prestigiosa rivista di riferimento tedesca dedicata al business del vino internazionale Meininger’s Wine Business International, per il successo di una vita, come uomo che ha fatto storia, innovato, guardato oltre e scommesso portando i suoi vini e il suo nome nell’olimpo dell’enologia mondiale.

Dire Gaja, quindi, equivale a dire gusto e qualità, alla base dei quali ci sono prima di tutto passione ed esperienza all’interno del mondo vitivinicolo.
Una particolarità dei vini Gaja è rappresentata senza ombra di dubbio dal loro perfetto equilibrio tra sapore e struttura, un’armonia in grado di dare vita ad un’esperienza gustativa così particolare da rappresentare un unicum in questo settore.
Dai rossi ai bianchi, si tratta di prodotti da assaporare in tutta la loro struttura, apprezzandone la diversa personalità a seconda dei vari abbinamenti. E se alcuni sono più indicati per il pesce, altri danno il meglio in compagnia di carne e formaggi.

Vini Gaja: il sapore dell’esperienza, il gusto della professionalità

Note di caffè e mora, di frutta matura e spezie oppure, ancora, di agrumi e miele: ogni bottiglia di questa azienda racchiude un tripudio di profumi, fragranze e sapori tutti da degustare.
Scegliere i vini Gaja significa puntare sul sicuro e scoprire ogni volta un vino pregiato dalle perfette armonie capaci di rendere ogni momento un attimo di pura estasi. vino gaja

Garbole, il cui nome è quello della località veronese nel comune di Tregnago, nella valle di Illasi, tra Soave e la Valpolicella, è dove hanno sede i vigneti e la cantina.

I fratelli Finetto si definiscono “autodidatti, innovatori e fuori dagli schemi” e, negli anni, stanno portando avanti con passione e determinazione il loro progetto, chiaro e ben definito: quello di produrre vini con un’identità ben precisa che rispecchi quelli che sono i punti cardinali della loro Garbole Philosophy: “Solo natura e lavoro dell’uomo all’interno della bottiglia: e persone prima del vino, il valore prima del prezzo, il vino prima dell’etichetta”. Ed è in questa filosofia che si calano alla perfezione i vini made in Garbole: l’Heletto Rosso Veneto I.G.T., vitalità e passione, spavalderia e riflessione; l’Hatteso Amarone della Valpolicella Riserva D.O.C., equilibrio tra forza e morbidezza; l’HESTREMO Recioto della Valpolicella D.O.C., “legame tra passato e presente, ci ricorda chi siamo e da dove veniamo. Rievoca ricordi, pensieri ed emozioni che albergano nella nostra parte più ancestrale” e infine, l’ultimo arrivato di casa Garbole l’Hurlo edizione limitata e in vendita solo su prenotazione, “un soffio di spirito che si esprime nella materia che è in grado di raggiungere la parte più intima dell’emotività”.

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