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Il Sagrantino di Montefalco: un vino intenso e corposo
Il Sagrantino di Montefalco è un vino rosso intenso, corposo, persistente in bocca e dal profumo avvolgente. Anche per questo è perfetto da abbinare a menù a base di carne, ma anche da degustare all'aperitivo, magari accompagnato da formaggi e insaccati.
Il vino buono non è solo un piacere per il palato ma una potenziale fonte di investimento. Conoscendo il settore dei vini da investimento e affidandosi a seri professionisti, infatti, una bottiglia può trasformarsi in un vero e proprio bene da conservare nel tempo.
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Nella nostra enoteca online puoi scegliere tra decine di etichette, di diverse annate e cantine, tutte all'insegna della qualità e ognuna con un suo carattere ben definito.
Ne sono un esempio il Sagrantino di Montefalco Caprai del 1996, dall'inconfondibile rosso rubino e molto particolare per la sua tannicità, e il Sagrantino di Montefalco 25 anni Caprai del 2000, che, con le sue note balsamiche di cedro e china, in bocca si impone con la sua spiccata acidità.
Il Sagrantino di Montefalco è ideale da abbinare a carni rosse
Tra i migliori vini rossi pregiati da non perdere, troviamo il Sagrantino di Montefalco Vigna Pagliaro Paolo Bea del 2006 - inconfondibile per il suo rosso intenso schiarito e per i profumi tipici dell'Umbria, sua terra di origine, così come il Sagrantino di Montefalco Collenottolo Bellafonte del 2011, colore granato scuro e gusto morbido e caldo.
Ogni annata ha sfumature e dettagli unici
Nella nostra enoteca tutti i vini presentati hanno una struttura notevole e note che si lasciano scoprire poco alla volta, per un piacere da assaporare sorso dopo sorso.
Tra questi spicca anche il Montefalco Sagrantino riserva Colleallodole Antano del 2013: dal colore rosso rubino che tende al granato, al naso è intenso e racchiude sentori tanto di cuoio quanto di tabacco e di frutti di bosco. Si tratta di una bottiglia perfetta da abbinare a selvaggina e cacciagione anche per i suoi tannini.
Come non ricordare, infine, il Sagrantino di Montefalco Chiusa di Pannone Antonelli del 2008 un vino - la cui presa tannica resta sempre e comunque delicata - dal gusto e dai profumi intensi, ricchi e ben distinti.
Non è un caso se investire nel vino sta diventando una pratica sempre più ricorrente, l’importante è capire quali sono le migliori etichette e in quali annate. Altrettanto fondamentale è aggiornarsi costantemente sulla quotazione dei vini così da valutare attentamente quali siano gli investimenti più giusti e adeguati da portare avanti.
Vini da investimento: dalla loro valutazione a come conservarli
A prescindere dal fatto che siano rossi o bianchi, le bottiglie non sono tutte uguali, hanno valori ben diversi tra loro e fare una valutazione di vini da collezione può richiedere diverso tempo.
Per chi desidera investire in questo settore senza avere le adeguate conoscenze, è utile affidarsi a dei professionisti e consultare enoteche con anni di esperienza alle spalle per ottenere il massimo rendimento nel modo più oculato possibile.
Curiosi di sapere di più in merito al valore di queste bottiglie di vino? Prima di tutto ci vuole un pò di pazienza…
Per raccogliere i frutti di un investimento simile, difatti, occorre di solito qualche anno.
Un aspetto da non sottovalutare quando si parla di vini da investimento,
è che l’investimento dato dalle bottiglie di vino è netto e non prevede una tassazione particolare. Un dettaglio simile può fare veramente la differenza anche quando si tiene conto della necessità di trovare un luogo idoneo alla conservazione delle bottiglie.
Dai vini pregiati italiani a quelli stranieri più apprezzati nel mondo, dopo aver acquistato delle ottime bottiglie di vino, come si conserva in modo ottimale il proprio acquisto?
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Investire nel vino con i dovuti accorgimenti
Trattandosi di un bene a tutti gli effetti, le bottiglie di vino da investimento non possono essere tenute in casa senza alcuna cura. Ci sono alcune regole molto importanti da seguire e rispettare che consentiranno di mantenere inalterata la qualità nel tempo e, di conseguenza, di accrescere il valore della bottiglia stessa.
Per prima cosa tali prodotti non devono rimanere esposti alla luce diretta del sole o a fonti di calore più in generale, altrimenti questi potrebbero rovinarne il gusto e quindi in valore oltre che all’etichetta stessa.
Meglio puntare su una cantina studiata e organizzata ad hoc con temperature stabili e umidità costante, oltre a mantenere le bottiglie in posizione orizzontale.
Un’altra regola riguarda la posizione del vino per l’appunto: mai tenere le bottiglie capovolte o rigirate. È bene fare attenzione anche all’etichetta del vino, cercando di non danneggiarla durante eventuali spostamenti.
Inoltre, è basilare cercare di mantenere inalterata la temperatura della camera in cui si conserva tale bene prezioso, seguendo sempre le indicazioni degli esperti. Meglio poi proteggere le bottiglie da possibili vibrazioni ed evitare, ovviamente, di spostarle di continuo.
Ma non è tutto! Il vino deve essere al riparo dagli odori forti di tipo chimico o naturale, dal momento che potrebbero addirittura comprometterne il sapore, filtrando attraverso il tappo in sughero.
Tutti questi accorgimenti sono veramente essenziali, trattandosi, appunto, di un investimento da curare nel lungo termine.
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Come orientarsi anche per capire e conoscere il mercato del vino?
Tra i vini top sul mercato non possiamo non ricordare il Sagrantino, il Barolo e l’Amarone, così come vitigni autoctoni quali il Nebbiolo e il Sangiovese.
Nel complesso la scelta è molto ampia, è bene allora stabilire il proprio budget di partenza e lasciarsi guidare senza timore.
Tra i vini da investimento migliori, giusto per citarne alcuni, troviamo il Barolo Riserva Monfortino di Conterno che è l’unico vino italiano paragonato ai Premier Cru francesi per prezzo e qualità, ed il Sassicaia: il brand italiano più conosciuto nel mondo che fu il primo a ricevere 100/100 da Robert Parker nella storia. Qualsiasi annata di Sassicaia si tramuta in ottimo investimento poichè nel tempo aumenterà sicuramente il suo valore.
Una curiosità per chi già non lo sapesse: tendenzialmente un vino da invecchiamento viene considerato un vino da investimento, i cosiddetti “beni rifugio”.